Chi è Assunta Viscardi ?
Assunta è stata una donna molto nota in tutta Bologna (ha sempre vissuto nel territorio della Parrocchia degli Alemanni), tanto che per la sua morte hanno scritto tutti i giornali e nomi molto illustri, come Enzo Biagi, Giorgio Vecchietti e Raimondo Manzini.
Assunta Viscardi è una delle grandi figure della Chiesa e della società bolognese del ventesimo secolo. Visse 57 anni, dal 1890 al 1947, fu fervente Terziaria Domenicana, tutta dedita all’insegnamento (era maestra elementare) e, quando era libera dalla scuola, al ricupero umano e cristiano dell’infanzia abbandonata, povera o emarginata. A tale scopo fondò l’Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza. Si prodigò anche per un servizio di “pronto soccorso” materiale dei poveri tra i più poveri della città, dando vita alla “Porticina della Provvidenza”, sempre sotto l’egida dell’Opera di San Domenico.
Il suo modello di vita fu San Domenico di Guzman, “Patrono degli erranti”, come lo definisce Assunta. La vita di Assunta segue un percorso che vede due tappe ben definite: la prima fino ai trent’anni, che termina con il tentativo, durato pochi mesi, di diventare Suora Carmelitana di clausura (1919); la seconda, che inizia nel 1920, fino alla morte (1947), che si svolge parallela all’Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza, che lei stessa aveva fondato nel 1921.
Assunta aveva la penna “facile”, nel senso che ha scritto molto e bene. Assunta ha scritto molto anche di sé, tanto che abbiamo la possibilità di affidare a lei stessa il racconto della sua esistenza terrena. Possiamo scoprire la sua anima e la sua instancabile azione a favore dell’infanzia bisognosa e dei poveri seguendo i suoi diari e i resoconti meticolosi delle sue giornate, che sono confluiti, per lo più, nelle “Strenne” natalizie nei nove libri pubblicati per edificare e incoraggiare al bene, e nel foglietto bimestrale (due facciate) dell’Opera di San Domenico, che ha sempre scritto interamente di suo pugno per vent’anni.
Assunta Viscardi è una delle grandi figure della Chiesa e della società bolognese del ventesimo secolo. Visse 57 anni, dal 1890 al 1947, fu fervente Terziaria Domenicana, tutta dedita all’insegnamento (era maestra elementare) e, quando era libera dalla scuola, al ricupero umano e cristiano dell’infanzia abbandonata, povera o emarginata. A tale scopo fondò l’Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza. Si prodigò anche per un servizio di “pronto soccorso” materiale dei poveri tra i più poveri della città, dando vita alla “Porticina della Provvidenza”, sempre sotto l’egida dell’Opera di San Domenico.
Il suo modello di vita fu San Domenico di Guzman, “Patrono degli erranti”, come lo definisce Assunta. La vita di Assunta segue un percorso che vede due tappe ben definite: la prima fino ai trent’anni, che termina con il tentativo, durato pochi mesi, di diventare Suora Carmelitana di clausura (1919); la seconda, che inizia nel 1920, fino alla morte (1947), che si svolge parallela all’Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza, che lei stessa aveva fondato nel 1921.
Assunta aveva la penna “facile”, nel senso che ha scritto molto e bene. Assunta ha scritto molto anche di sé, tanto che abbiamo la possibilità di affidare a lei stessa il racconto della sua esistenza terrena. Possiamo scoprire la sua anima e la sua instancabile azione a favore dell’infanzia bisognosa e dei poveri seguendo i suoi diari e i resoconti meticolosi delle sue giornate, che sono confluiti, per lo più, nelle “Strenne” natalizie nei nove libri pubblicati per edificare e incoraggiare al bene, e nel foglietto bimestrale (due facciate) dell’Opera di San Domenico, che ha sempre scritto interamente di suo pugno per vent’anni.
Epigrafe di Assunta
Questa è l'epigrafe incisa sulla lapide murata nella scuola elementare dove insegnò Assunta Viscardi
Maestra d'amore ai fanciulli
Sorella ai deboli ai tristi agl'ignudi
Traendo dalla fede e dal dolore
Potenza d'amore
Fu esempio di giustizia e di verità sociale
Additando con le sue virtù preclare
Le mete supreme della vita.
Sorella ai deboli ai tristi agl'ignudi
Traendo dalla fede e dal dolore
Potenza d'amore
Fu esempio di giustizia e di verità sociale
Additando con le sue virtù preclare
Le mete supreme della vita.